Qualità della vita: è meglio all’estero?

Trasferirsi all’estero, magari in un luogo dove poter trovare nuove opportunità, è il sogno di molte persone. In alcuni casi, rimane un desiderio chiuso in un cassetto, in altri si realizza, con risultati che molto spesso sono totalmente imprevedibili.

Non stiamo certo parlando di chi è costretto per problemi di forza maggiore a lasciare il suo Paese, ma di chi, più semplicemente, sente che potrebbe trovarsi meglio altrove, in un luogo diverso dall’Italia, magari con maggiori possibilità di carriera, o dove lo stile di vita è meno stressante. In altri casi, come ad esempio per coloro che sono già in pensione, alcune destinazioni europee possono offrire un maggiore valore di acquisto a un magro assegno mensile.

Trasferirsi per lavoro

Il mondo del lavoro negli ultimi anni è cambiato, ormai in modo irreversibile. Soprattutto per coloro che ambiscono a ruoli importanti nelle proprie aziende, è richiesta un’estrema flessibilità. Ciò può comportare anche un trasferimento in un’altra città.

Per chi non ha famiglia, è un’impresa piuttosto semplice, anche se comunque implica un allontanamento dai propri affetti. Ma con figli al seguito, soprattutto se sono ancora molto piccoli, può diventare un’impresa. L’obiettivo, in questo caso, non è solo quello di migliorare le entrate economiche o di fare uno scatto di carriera, ma evitare troppi traumi al resto dei componenti del nucleo familiare. In gioco, infatti, c’è proprio l’ambito raggiungimento di condizioni migliori di vita, per tutti.

Trasferirsi per realizzare un progetto di vita

Soprattutto in Europa, sono molte le persone che decidono di cambiare Paese semplicemente per stare meglio. Liberi professionisti indipendenti, come ad esempio i nomadi digitali, hanno grandi possibilità di spostarsi senza compromettere il proprio impiego.

In questo caso, la spinta a partire può essere la curiosità, far frequentare una scuola estera ai bambini, vivere in un contesto più rurale anziché in città: non c’è limite alle motivazioni. L’importante è che sia un obiettivo condiviso, se ne parli in famiglia e venga accettato da tutti come qualcosa di potenzialmente positivo.

Insomma: si sta meglio all’estero o in Italia?

Non c’è una risposta univoca. Dipende da cosa si cerca e dai propri valori. Se, ad esempio, si desidera una vita lontana dallo stress, un’isola caraibica o un luogo come le Canarie possono probabilmente esaudire questo desiderio. Se il proprio obiettivo è quello di dare un’opportunità ai propri figli, oppure esplorare nuovi stili di vita, allora l’Australia o il Canada possono essere destinazioni da prendere in considerazione.

Tuttavia, bisogna considerare che trasferirsi all’estero non significa andare in vacanza. Si affrontano periodi di aggiustamento e spesso anche qualche crisi. Il consiglio è, se non si è ancora totalmente sicuri, di lasciarsi la possibilità di cambiare idea e quindi poter tornare indietro. Ad esempio, non vendendo casa e prendendosi un anno di aspettativa dal lavoro. Anche se le cose non vanno come sperato, sarà stata comunque una splendida esperienza.

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